lunedì 16 gennaio 2012

DEMOCRAZIA IN ROSA: ADEGUARSI O PERIRE!

Democrazia in rosa

Venerdì, 13 gennaio 2012 - 17:44:00

Di Marilisa D’Amico*

Questa settimana il Consiglio di Stato ha dato un segnale decisivo per il possibile esito del giudizio in cui si dovrà stabilire se la Giunta della Regione Lombardia, composta di 15 uomini e una sola donna, rispetti o meno il principio di democrazia paritaria. Prima di darne conto, bisogna ricordare che in primo grado il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia aveva dato torto alle cittadine milanesi e alle associazioni che avevano presentato ricorso, affermando che le norme costituzionali, legislative, internazionali e dello stesso statuto lombardo che richiedono l’equilibrio di genere negli organi politici non sarebbero vincolanti, e che, tra l’altro, il processo di promozione della parità tra i sessi sarebbe, “allo stato, solo appena avviato”.

Questa criticabile impostazione è stata però messa in discussione da una successiva decisione del Tar Campania, confermata in appello dal Consiglio di Stato, che in analoga questione - anche la Regione campana vedeva in Giunta una sola donna – ha imposto al Presidente Caldoro di adeguarsi al principio della parità di genere.

Ora, anche sulla base di queste nuove sentenze, le associazioni che si sono viste respingere il ricorso dal Tar Lombardia (Art. 51 - Laboratorio di Democrazia paritaria, con il successivo intervento adesivo di DonneInQuota, Usciamo dal silenzio e di alcune avvocate milanesi) hanno presentato appello, e sono quindi in attesa della decisione del Consiglio di Stato, il quale, questa settimana, ha emesso un’ordinanza (n. 89 dell’11 gennaio 2012) con cui ha stabilito che l’udienza di merito verrà celebrata già ad aprile, in quanto vi sarebbe la “sussistenza del fumus boni iuris del ricorso in appello, anche in relazione al precedente” dello stesso Consiglio di Stato.

Si tratta di un’affermazione di sicuro rilievo, che non solo lascia intravedere un esito positivo del ricorso, ma che, già ora, dà atto dell’importante lavoro svolto dalle cittadine e dalle associazioni impegnate sul fronte della democrazia paritaria, dei professionisti che sin dal primo grado hanno assistito in giudizio i ricorrenti, nonché di coloro che anche nell’attività politica – come le donne del Partito Democratico – da molto si spendono per veder finalmente realizzato un riequilibrio di genere nelle istituzioni.

Ordinario di Diritto costituzionale
nella Facoltà di Giurisprudenza
dell’Università degli Studi di Milano

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