Molto piu' di una conferenza nazionale, il primo passo del neo-femminismo.
Milano (11 maggio 2012) -
"Molto interesse e tante idee per il convegno 'L'altra metà del cielo +
1' organizzato, questo pomeriggio, dall'Associazione Articolo 51, la
stessa che ha presentato ricorso - vincendolo -contro la Giunta di
Regione Lombardia di Roberto Formigoni per avere una più alta
rappresentanza delle donne tra gli assessori. Una giornata dibattito per
riflettere su temi importanti: il ruolo della donna in politica,
l'evoluzione dopo la Conferenza di Pechino, la strada compiuta e quella
ancora da compiere. Ideali, obiettivi, vissuti personali raccontati e
argomentati da personalità femminili quali Patrizia Siliprandi,
Francesca Zaiczyk, Tiziana Maiolo, Marilena Adamo, Mara Carfagna,
Isabella Rauti,Carolina Pellegrini, Sarah Valmaggi, Donatella Martini,
Patrizia Madotto, Cristina Stancari, Licia Ronzulli,Lara Comi, Rossana
Caggiano, Clara Modena Rinaldo e tante altre.
"La nostra Associazione
si sta impegnando per far sì che le donne abbiano una giusta
rappresentanza" - così Angela Ronchini, Presidente di Articolo 51,
racconta l'iter che ha portato ad un primo e poi ad un secondo ricorso
contro la giunta regionale presieduta da Roberto Formigoni. "Oggi il
tempo della conquista è finito, ora è tempo di occupazione, anche con la
forza, di quanto ci spetta di diritto"
"C'è ancora tanta strada
da fare se, per ottenere dei riconoscimenti, occorre rivolgersi alle
autorità giudiziarie", queste le parole di Cristina Stancari, Assessore
Provinciale. "E' stato fatto tanto, in questi anni, anche per la tutela
della donne, per esempio con la legge contro lo stalking, ma dobbiamo
impegnarci perchè le donne possano essere madri e lavoratrici e anche,
se lo desiderano, impegnarsi in politica, senza dover rinunciare nè alla
famiglia nè alla maternità".
Presente solo per un
saluto anche Guido Podestà, Presidente della Provincia: "Sono sempre
stato contrario alle quote rosa. Devo dire che, ultimamente, mi sono
convertito perchè non riusciamo ad avere una rappresentanza adeguata e
allora è giusto che ci siano delle regole. Se guardiamo all'estero
questa partecipazione è molto più alta.. Dobbiamo importare qualcosa da
altre nazioni così da favorire l'occupazione femminile e la presenza
delle donne in politica. Oggi se vogliamo raggiungere un risultato
profondamente diverso credo che si debba imporre la parità di genere".
Patrizia Siliprandi,
delegata a Pechino nel 1995 interviene: "Non avrei mai pensato dopo
quasi vent'anni di parlare ancora di Pechino, siamo ancora al tempo
della conquista, siamo ancora al 1995. Le donne sono complementari agli
uomini nella vita e devono esserlo anche in politica. Sono emozionata
nel ripercorrere un'esperienza straordinaria e spero di poter fornire
degli spunti utili. Le donne hanno spesso una marcia in più, anche
questo era emerso a Pechino.Tanti furono i temi affrontati, io mi sono
occupata, visto che faccio la farmacista, di salute e sanità affinchè i
farmaci venissero testati anche sulle donne. Sono convinta che azioni
come quelle di Articolo 51 siano necessarie perchè da Pechino non è
cambiato nulla. Manca anche tra noi la solidarietà e bisogna che si
faccia fronte comune. Mi auguro che possiamo fare qualcosa perchè le
nostre figlie non vivano più le attuali discriminazioni".
"Nel parlamento europeo -
commenta Lara Comi -, come ho avuto modo di constatare, c'è una
percentuale più alta di donne, il 35%. Voglio concentrare il mio
intervento su un tema: 'donne e corruzione', una ricerca ha evidenziato
che la percentuale delle donne che vengono citate in casi di corruzione
sia in politica che in ambito aziendale è più bassa. Le donne si
dimostrano non solo più 'rette' ma anche più testarde nel raggiungere
gli obiettivi. Oggi dobbiamo andare avanti ad impegnarci a tutti i
livelli".
"Sono felice di essere
qui oggi - afferma Tiziana Maiolo-, e di partecipare a questa battaglia.
Anch'io ho avuto esperienza in organismi internazionali (Cedaw, Onu) e
ho rappresentato l'Italia e le donne italiane fino al 2008. Gli stati
esteri ci hanno sempre contestato tre punti: lavoro, stereotipi,
politica. Su questi temi siamo sempre fermi: non c'è ancora parità
salariale tra uomo e donna, non ci sono misure per aiutare le donne a
gestire la famiglia e i figli anche perchè i ruoli all'interno della
famiglia non cambiano basti pensare ai congedi famigliari di cui gli
uomini italiani usufriscono pochissimo. Gli stereotipi forse pian piano
li stiamo abbandonando ma ancora si sono soprattutto nella carriera e
nella politica. Oggi alle donne viene chiesto di essere brave ma non
solo anche belle ma questo non è giusto, perchè? Poi dovremmo contenere
le emozioni, controllarci.... E' finita l'era del muro del pianto,
finita anche l'ambiguità del 'donna è bello', finita anche l'epoca del
presunto pacifismo (non è detto che perchè diamo la vita siamo delle
pacifiste), oggi abbiamo due problemi da affrontare: il primo è legato
al rapporto tra donne cioè "donne che odiano le donne"e l'altro è
l'ambizione e la carriera. Ricorrere alle forzature democratiche, è
necessario a volte, anche se non ci piace. Occorre abolire il Ministero
delle Pari Opportunità e fare un vero Ministero delle Donne, accorre
riformare l'articolo 35 della costituzione perchè la donna è sempre
oltre che lavoratrice anche mamma, moglie, figlia. Forse dovremmo
iniziare a pensare ad un partito delle donne".
"Non credo sia giusto
abolire il Ministero alle Pari Opportunità - dichiara Mara Carfagna -,
perchè non riguarda solo le donne ma tutela di diritti umani e la lotta
contro le discriminazioni contro non solo le donne ma anche altre
realtà. Nei tre anni del Governo Berlusconi ci siamo impegnati
moltissimo, Abbiamo promosso leggi come quella sullo stalking o il piano
nazionale contro la violenza di genere o il piano per il lavoro.
Abbiamo cercato di dare alle donne fiducia e coraggio. Credo che occorra
cambiare le modalità di selezione della classe dirigente perchè si
eliminino le distorsioni e si arrivi ad avere più qualità.. Oggi ci
troviamo di fronte ad un meccanismo che ha mostrato tutta la sua
debolezza, oggi dovremmo poter scegliere in base a due criteri: il
merito e la passione politica. Ci servono persone che ci credono, che
vogliono ascoltare la gente, che abbiano voglia di girare tra i Comuni.
Oggi viviamo una disaffezione preoccupante perchè si sono allungate le
distanze con la politica che oggi viene percepita come inutile. Le donne
possono davvero epserimere unb valore aggiunto in termini di maralità,
di trasperanza, di onestà, l'abbiamo dimostrato tante volte, Ecco perchè
è importante spalancare le porte dei partiti alle donne".
"Cosa è stato fatto da
Pechino ad oggi? - si interroga Isabella Rauti -. Le donne hanno fatto
molto, hanno chiesto alla democrazia di rispettare se stessa. ma ancora
il risultato è deludente. La presenza delle donne in politica si attesta
più o meno sul 18 - 20%. In Italia abbiamo una democrazia matura ma
asimmetrica, zoppicante, elitaria. Siamo lontani da quel 30% che è lo
standard europeo. Dobbiamo arrivare ad una saldatura tra i movimenti, le
associazioni e le Istituzioni. Oggi che alla Camera è passata la doppia
preferenza, abbiamo un'occasione e dobbiamo sfruttarla ora.Servono
diverse riforme così da creare un nuovo sistema strutturale dei
partiti".
"Oggi la politica si deve
aprire alla società civile - chiude così gli interventi Licia Ronzulli
-. Il concetto della militanza spesso esclude persone in gamba che
potrebbero fare bene ai partiti e dare contributi importanti. Sono mamma
e sì, ho portato mia figlia in parlamento. Avevo un gran senso del
dovere nei confronti del mio ruolo e anche per timore perchè ancora
oggi, è vero, si ha paura delle discriminazioni e si è prevenute. Il
concedo di maternità non è previsto in Parlamento, allattavo e allora ho
deciso di portarla con me, non volevo prestarmi alle critiche e nemmeno
rinunciare alla bimba. Dobbiamo ancora darci tanto da fare perchè le
donne possano avere davvero pari opportunità."
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