Sono una donna, non sono una bambola
Siamo
donne normali, donne che lavorano in casa o in ufficio o in fabbrica,
donne che studiano o che cercano, a fatica, un impiego. Siamo le madri,
le sorelle, le mogli e le figlie degli italiani. Il prossimo 24 e 25
febbraio voteremo per il presidente Berlusconi, e siamo stanche di
essere considerate per questo donne di serie B, donne che si fanno
sfruttare dagli uomini, “bambole”, come ha detto il segretario del
Partito democratico, prive di cervello.
Abbiamo un cervello e abbiamo un corpo, eccome se li abbiamo, e non intendiamo rinunciare a nessuno dei due.
Non esistono le donne, così come non esistono gli operai o i
giovani: continuare a pensarlo è un segno dell’arretratezza culturale
del nostro paese. Ci sono tante singole donne, così come ci sono tanti
singoli uomini, e ognuna ha una storia, una personalità, e una libertà
da difendere. La specificità femminile è di genere (le donne
partoriscono, gli uomini fecondano), non sociale o culturale o politica.
Socialmente, culturalmente, politicamente ogni donna (come ogni uomo) è
un individuo a sé.
E
il primo motivo, il motivo fondamentale per cui abbiamo scelto di
votare Berlusconi è proprio perché ognuna di noi vale per sé e perché la
libertà concreta di ciascuna di noi è più importante di mille
chiacchiere astratte sulla libertà di tutte.
Ci sono donne che pensano che ricevere un complimento sia una offesa, e ci sono donne a cui piace essere ammirate.
Ci
sono donne che considerano stupidi gli uomini e li combattano e ci sono
donne che sfruttano al meglio la stupidità degli uomini svestendosi in
televisione.
Ci sono donne che fanno carriera perché sono brave e altre ancora che arrivano solo grazie alle “quote rosa”
Ci
sono donne che considerano l’emancipazione un dovere, e altre felici di
accudire alla propria casa, al marito e ai propri figli.
Ma ogni donna che sceglie liberamente, sceglie sempre la cosa giusta per se stessa
Le
paladine e i paladini delle donne, che si autoproclamano tali senza
aver ricevuto nessuna investitura, condannano col dito alzato la “donna
oggetto” perché non riconoscono la “donna soggetto”. Non accettano che
ciascuna scelga per sé. Esaltano alcuni modelli per deprecarne altri.
Agitando la bacchetta di un moralismo amorale dividono le donne in buone
e cattive, in modelli da seguire ad ogni costo e impresentabili da
evitare come la peste.
Noi, però, non siamo d’accordo.
Per
noi tutte le donne sono uguali, e ciascuna è diversa. Non giudichiamo
nessuna perché non accettiamo di essere giudicate. Non disprezziamo
nessuna perché sappiamo quanto sia faticosa, e complessa, e qualche
volta dolorosa la vita di ciascuna di noi. Ci rispettiamo, e vogliamo
rispetto. Per questo abbiamo deciso di votare convinte per il Popolo
della Libertà. Abbiamo deciso di votarlo per la nostra libertà.
LE DONNE DI ARTICOLO 51 LABORATORIO DI DEMOCRAZIA PARITARIA ADERISCONO E SOTTOSCRIVONO L'APPELLO
LA PRESIDENTE
ANGELA RONCHINI
ANGELA RONCHINI
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