"La Lombardia avrà in consiglio regionale 15 donne su 80 eletti:
poco meno del 19%. Nel Lazio sono donne solo nove consiglieri su 50:
18%. Nonostante le promesse, le signore non entrano nelle assemblee
delle regioni. Va meglio in parlamento: alla Camera le donne sono
passate dal 21 al 32 per cento. In Senato dal 19 al 30.
Dubbio: alle donne converrebbe tenersi il Porcellum con le liste decise
direttamente dai partiti. Le quote rosa in questo caso sarebbero
garantite se non altro per motivi di immagine. E il posto nelle
assemblee rappresentative sarebbe garantito. Quando invece ci si affida
alle preferenze, le promesse sono tante e i risultati pochi. Il
sospetto è che le donne vengano sì messe in lista. Ma poi non siano
sostenute quanto meriterebbero. Al danno, poi, si aggiunge la beffa. A
quelle che si lamentano viene risposto: “Tutta colpa vostra, le donne
non votano le donne”. Dimenticando che il punto è far scattare una rete
di promozione per i candidati migliori. Donne comprese.
Quando si va a vedere quante donne hanno portato nei consigli regionali
i singoli partiti, le sorprese non mancano. Prendiamo la Lombardia.
Il Pdl ha eletto 1 donna su 19 (5%). Il Pd 2 su 17 (11,76%). Il Patto
civico per Ambrosoli presidente 1 su 5 (20%). I risultati migliori
vengono dalla Lista Maroni (4 su 12, il 33%), dalla Lega Nord (3 su 15, il 20%) e dal Movimento 5 stelle (3 su 9, il 33%).
Deludente il risultato del centrodestra. Ma lascia l’amaro in bocca
anche quello del centrosinistra, che ha espresso in tutto 3 donne su 22
consiglieri, appena il 13,5%.
Nel Lazio la situazione è simile. Le donne sono solo 9 su 50
consiglieri. E le poche che sono entrate devono dire grazie al M5S o al
listino Zingaretti. Pd e Pdl non ne hanno eletta nessuna." (Fonte la 27esima ora)
Quando una persona che stimo moltissimo, urlà la sua gioia per la
conquista dell'obbligatorietà di genere nelle liste per Regione
Lombardia, espressi tutta la mia èperplessità, ne constatai l'inutilità
all'interno del PDL, subbenmdo anche attacchi per essermi rifutata di
fare la riempi lista. Ebbene ecco che le mie perplessità si sono
concretizzate, compreso che il Coordinatore non può essere attaccato: la
la legge è stata rispettata, ma le donne non hanno consenso. La
coscienza è a posto.
Per questo noi abbiamo bisogno della doppia preferenza di genere
unitamente all'obbligatorietà di una quota fissa di elette, solo così
potremmo portare più donne in politica, solo così i partiti saranno
costretti ad investire, anche come risorse finanziarie, sulle donne. Se
nella possibile nuova legge elettorale nazionale, non si garantiranno
questi obblighi, con la riduzione del numero dei parlamentari...noi
pagheremo lo scotto più grande ..e dando scusanti inattaccabili alle
segreterie di partito. Basti pensare che per ottenere una Giunta al 50%
rosa in Lombardia sono stati necessari tre ricorsi e una sentenza
epocale al Consiglio di Stato, più una del Tar Salerno, senza
sottolineare che comunque arriva con un Governatore proveniente dalla
Lega, da sempre considerata maschilista....perchè coi "duri" si tratta e
si ragiona, coi " noi valoriziamo", " noi stimiamo"....si rimane
sempre.....stimate ,ma fuori!
Angela Ronchini
Presidente Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria
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