mercoledì 6 marzo 2013

STALKING O VIOLENZA? L'ILLUSIONE DI UNA LEGGE CHE NON C'E'......

Redazione Almaghrebiya.it/Donna
Persecuzione, appostamenti, caccia alla donna, sevizie, minacce, violenze psicofisiche, morte. Ecco cosa vive una donna vittima di quello che erroneamente ma troppo comunemente viene chiamato ‘stalking’. Quando in realtà un’aggettivazione esterofila poco serve a definire un fenomeno che vede in opera tutta una serie di comportamenti che tendono a costruire una vera e propria gabbia persecutoria nei confronti di una donna. Da Codice Penale, gli atti persecutori tendono a “generare angoscia ed ansia a tal punto da ledere il normale svolgimento di ogni attività quotidiana”. È il tentativo, in molti casi subdolo, in altri più diretto, di esercitare un controllo sempre più oppressivo e totalizzante nei confronti della vittima prescelta. Che molto spesso ci rimette la vita. Sono tante le storie, drammaticamente devastanti, che riguardano le donne italiane e straniere che sprofondano in questo incubo, ma è ancora più allarmante ciò che dicono i dati. Duemilasessantuno le donne morte dal 2000 al 2011, sette su 10 in ambito familiare, 607 mogli, 207 ex, e la metà morte novanta giorni dopo aver troncato una relazione, solo il 9,8% è attribuito ad un raptus. L’indagine “Il femminicidio in Italia nell’ultimo decennio. Dimensioni, caratteristiche e profili di rischio” redatto dall’Eures in collaborazione con l’Ansa, rileva che nel 2011 sono stati il 30,9% degli omicidi totali: la percentuale più alta dell’ultimo decennio. Da tre anni, a leggere le tabelle, si riscontra una recrudescenza del fenomeno.
Ed è solo la punta dell’iceberg. La dinamica dei fatti è terrificante. Quando una donna ha a che fare, suo malgrado, con un ex compagno o marito che fa del possesso morboso la sua ragione di vita, la strada è pressochè obbligata. Nonostante alcune ‘pseudo-guide’ o ‘vademecum’ vogliano o tentino di dare dei consigli, non c’è modo di sfuggire alle ‘attenzioni’ di un uomo che vuole distruggere la tua vita. Che vuole prendersi la tua vita, con le buone o con le cattive. Pensi di averlo seminato dopo averlo denunciato e invece lo hai dietro la porta, pensi di averlo perso dietro di te quando cambi città ma il giorno dopo è davanti ai vetri della tua finestra, pensi che i tuoi guai siano finiti quando i Carabinieri lo ammoniscono ma non sai ancora che la sua vendetta per essere stato scoperto sarà devastante. Non c’è notte e non c’è giorno in cui i suoi occhi e le sue parole non ossessionino la tua vita. E magari anche quella dei tuoi figli, che ancora non hanno capito quanto presto dovranno trovarsi faccia a faccia con il dolore e forse con la perdita.
Ad oggi lo stalking, o meglio il reato di ‘atti persecutori’, è un fenomeno che cresce esponenzialmente, grazie anche all’avvento dei social network, che hanno di fatto esposto la persona ad una pubblicità che in altri tempi ben si sarebbe evitata. Ed ecco che agli sms si aggiungono le mail, i messaggi privati, le minacce online che ben presto diventano la punta di un coltello o il calcio di una pistola. Cambiare abitudini, cambiare orari, cambiare casa, guardarsi alle spalle non serve, perchè lui, lì dietro, c’è sempre e non stacca mai gli occhi dalla nostra quotidianità, per individuare la falla, il buco entro il quale inserirsi magari solo per parlare, ma assai più spesso per uccidere. La domanda che oggi ci facciamo e che le donne ormai iniziano a farsi da un po’ di tempo, passati quattro anni dall’approvazione dell’articolo 612 bis del Codice Penale, chiamato in maniera inappropriata ‘legge sullo stalking’: questa legge ci può ancora difendere o c’è bisogno di uno scatto in avanti? Subiamo stalking oppure dobbiamo parlare, come è ormai chiaro, di violenza? A quando una vera legge contro chi minaccia, molesta, offende e massacra una donna?
www.stalking.it06.44246573

Nessun commento:

Posta un commento