mercoledì 26 marzo 2014

NON ABBIAMO LOTTATO SOLO PER DUE LETTERE VICINO AL ALTRE LETTERE!

ASSOCIAZIONE ARTICOLO51
Laboratorio di Democrazia Paritaria
Iscritta Albo Regionale Lombardia Num. 424


Alle Associazioni Femminili di Regione Lombardia

Carissime,
Nell’Aprile 2010, un gruppo di elettrici, esattamente 4, ed  Ass.Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria, ebbero la lucida follia di impugnare innanzi al Tar la Giunta Formigoni  per un 15 a 1 non rispettoso dell’Art. 11 dello Statuto Regionale che garantiva l’equilibrio di genere nella formazione della Giunta Regionale.
Approvato dopo lotte e discussioni nel 2008, inserito nello Statuto, alla prima occasione veniva disatteso dallo stesso Governatore che lo aveva firmato.
Ad un primo scetticismo verso l’azione da parte dell’associazionismo femminile storico lombardo, poi seguirono molte adesioni ad adiuvandum.
Il primo ricorso non andò bene: il Tar Lombardia non lo respinse né lo accettò.
Semplicemente decise di non decidere, rimandando alla politica il problema.
Non ci arrendemmo e tutte insieme noi, Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria, prime firmatarie, Donnein Quota, Usciamo dal Silenzio alcune Avvocate dell’Ordine degli Avvocati di Milano e molte altre ricoremmo in Consiglio di Stato…….ed ottenemmo una  sentenza epocale azzerando la Giunta Formigoni.
Il resto credo lo conosciate tutte.
Salutammo con gioia la Giunta Paritaria formata da nuovo Governatore Maroni, che si impegnò pubblicamente a formarla, non per obbligo,ma “perché le donne hanno una marcia in più”.
Sapevamo tutte che era solo il terrore di incappare il giorno dopo l’insediamento in un ricorso al Tar, che ha portato il Governatore a sfidare le logiche di partito della sua maschilistissima maggioranza.
Salutammo con altrettanto entusiasmo il primo Assessorato PO che mai Lombardia avesse avuto negli ultimi 18.
Ci aspettavamo grandi cose nella politica di genere da un’Assessora che era lì, volente o nolente, solo grazie ai nostri sforzi.
Abbiamo rintuzzato, in questo primo anno, ogni tentativo di attacco alla sua “poltrona” da parte di consiglieri uomini  desiderosi di nomina.....sempre in attesa di proposte,convegni, progetti…
Invece giorno dopo giorno, ci siamo rese conto che di politiche di genere e/o pari opportunità a questa Assessora poco o nulla importava. Anzi, quasi con fastidio, presenziava ad alcuni convegni pubblici, senza mai portare una sola proposta, selezionava, non si sa in base a quali criteri, 33 associazioni su 273 per l’accesso ad alcuni bandi, creava regole per soffocare l’associazionismo sociale e il volontariato, a vantaggio delle grandi associazioni e dei Comuni, rendeva quasi impossibile l’iscrizione all’Albo preposto chiedendo PEC, firma digitale ,telefoni e sedi specifici, target……..e chi più ne ha più ne metta.
Ed allora, in vista di quello che pensavamo fosse un incontro coi cittadini e le cittadine, per il tagliando alla giunta, abbiamo scritto al Governatore Maroni, chiedendo un incontro per esprimere le nostre perplessità, la nostra delusione, il suo intervento perché l’Assessorato PO diventasse un vero Assessorato e non solo una sigla accanto a Casa ed Housing Sociale.
Non ha nemmeno risposto, il Governatore ed oggi alla vergognosa kermesse auto incensante nomata “Dillo alla Lombardia”, abbiamo visto l’Assessora Bulbarelli portare a rappresentanza del tavolo tematico il Presidente degli Industriali di Brescia, che ha parlato di edilizia, lavoro, PMI e, poi, fatto un breve accenno, in un contesto avulso e fuori logica, al tavolo del contrasto alla violenza.
Nessun accenno alla legge elettorale regionale, al rispetto della Legge 120 , alla legge 215, alle strategie per favorire il voto per le donne alle prossime amministrative.
L’Assessora nel suo brevissimo intervento, a sua volta, ha parlato di ALER e famiglia. Null’altro.
Abbiammo, immediatamente, chiamato la segreteria del Governatore insistendo per un incontro e declarando le nostre rimostranze.
Una ,poco gentile, segretaria ci mette in attesa e, indovinate un po’?, ci trasferisce all’assistente dell’Assessora che stavamo contestando.
Ci siamo sentite prese in giro, abbiamo salutato e chiuso la comunicazione.
Siamo contrarie, per principio, alla guerra delle donne alle donne, guerra che giova sempre e soltanto agli uomini, siamo fervide sostenitrici del principio che al momento dobbiamo  militarmente “occupare” le posizioni, combiattiamo per la quantità, certe che ad essa seguirà la qualità, il merito e la competenza non vengono mai richeste agli uomini, abbiamo difeso donne imbarazzanti al grido di “un uomo in meno”, ma proprio per questo dalle donne che raggiungono i luoghi del decidere, dobbiamo pretendere che facciano gli interessi delle donne e ,rimandando l’ascensore a terra, lo facciano ripartire con altre donne occupandosi di politiche di genere.
Ed allora, inevitabilmente, dobbiamo pretendere di più: ci spiace, ma dobbiamo fare la differenza, dobbiamo segnare il cambiamento, anche se questo deve passare per la messa in critica di una di noi.
Doloroso, ma necessario al fine di quella occupazione delle posizioni che sembra non venire mai, perché le prime nemiche di noi stesse siamo….noi stesse.
Ci rendiamo immediatamente ricattabili, una volta ottenuta la nomina, non guardandoci mai alle spalle e facendo sempre e solo gli interessi degli uomini.
Dobbiamo avere il coraggio della critica: solo così opereremo quel cambiamento che vogliamo e che ci è dovuto.
Per questo, senza non poca sofferenza e tormento,ma certe che la differenza di genere è anche questo, chiediamo a quante tra di voi non condividano l’operato dell’Assessora Bulbarelli in materia di PO, di unirsi a noi e sommergere il Governatore con mail e fax di disappunto.
Abbiamo lottato due anni ,non possiamo permettere che nulla cambi e che ancora una volta le donne lombarde non abbiano rappresentanza in Giunta, perché politiche di genere non vuol dire sempre e solo contrasto alla violenza o conciliazione lavoro-famiglia, politiche di genere vuol dire innescare sinergie e interazioni con tutti gli assessorati per poter applicare quella prospettiva di genere, il famoso mainstreaming, non ancora completamente e massicciamente applicato, poiché il genere fa la differenza ,è la differenza, dalla sanità alla ricerca universitaria, dalla casa ai tempi della città e della politica, dal welfare alle tutele sociali e sindacali, dall’arte alla scuola……
Ci auguriamo siate in molte a condividere questo nostro sentire, questa nostra iniziativa spontanea non contro una donna,ma per le donne ,nata dalla nostra frustrazione di non avere, ancora una volta, voce e possibilità di essere il cambiamento , di operare un rinnovamento tangibile con le donne e per le donne, anche in questa Giunta Paritaria che noi tutte, con sforzo e superando i nostri spazi ideologici, abbiamo voluto: per contare, per cambiare, per essere quel valore aggiunto che meritiamo di essere!
Angela Ronchini
Presidente Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria
Tel. 0284174602
Cell. 3349455338
Fax 0242101943
 Milano  21 Marzo 2014


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